Io Non sono Morto a Lampedusa

“Io non ho chiesto a nessuno di nascere. Non ho scelto alcunché. Nè le mani, le labbra, il passato dei miei genitori. Nè il denaro e la sensibilità che mi avrebbero formato. E neanche le paure o l’amore che avrei ricevuto. Sono nato un giorno di settembre, io, senza volerlo. E senza meriti particolari. Senza altre colpe, neppure, che non fossero il sangue che ho in corpo.

Sono nato cittadino italiano, io. Per puro caso. Sono nato in una famiglia benestante. E non ingrasso se anche mangio molto. Sono nato uomo, bianco e con gli occhi verdi. E godo di tutti i privilegi che questa condizione mi riserva. Per puro caso. O se vogliamo, per la storia che l’umanità ha fino a qui sedimentato.

Per puro caso, allora, e per una certa antichissima violenza.

Sono nato dalla parte opportuna dell’ingranaggio. Acquisto vestiti, alimenti ed oggetti fabbricati in altre parti del mondo o in Italia, anche. Non molto curante, a dire il vero, dei processi, delle mani e dei corpi che li hanno portati fino a me. Deposito soldi, in banca. Spendo, perfino investo, io, dei soldi. Ancora meno consapevole delle loro traiettorie. Purché un margine di profitto sia garantito. E posso permettermi addirittura di esigere che quel cibo sia talvolta biologico, equo e solidale. Che quel conto corrente sia sufficientemente poco chiaro da non recare in calce il nome di una qualche dittatura, all’altro capo del pianeta.

Per puro caso, dunque, e per una certa deliziosa pigrizia.

Sono cresciuto attraversando molti paesi e culture. Camminando sul filo delle frontierecome un equilibrista in scena, durante l’esibizione. Senza pericolo alcuno di cadere. Senza pericolo alcuno di cadere, mai. Perché non mi erano destinate barriere di nessun genere. Dogane. Oceani o procedure di ammissione. Perché l’unica frontiera sono sempre stati i miei soli, altissimi desideri. E per questo, sempre, mi sono potuto dire cosmopolita. Democratico. Liberale. Per pura conseguenza del caso.

Io non ho mai dovuto chiedere a criminali di alcuna sorta un favore, un aiuto, una tutela. Perché solamente chi non ha diritti si trova a comprendere, fin dentro alla propria carne, che i diritti esistono. E si violano. E si lodano come un salmo alla domenica, mentre si pensa a tutt’altro. O non si pensa affatto.”

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http://www.huffingtonpost.it/luca-calvetta/io-non-sono-morto-a-lampedusa_b_4044658.html